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[00:00:00] Speaker A: Noi contiamo più di 1300 unità abitative destinate al mercato turistico, di cui togliendo il bed and breakfast, togliendo le residenze d'epoca, diciamo cose più professionali, andiamo su 900 unità abitative, di cui soltanto 250 sono sul litorale. In centro, Santa Maria e San Francesco fanno 100 più 100, ma anche la zona dell'ospedale, il CEP, la zona vicina alla stazione. Noi crediamo che questo fenomeno stia letteralmente consumando le città perché innanzitutto non ci sono più abitanti, perché queste case in centro sono abitate da turisti che vengono, stanno per una settimana, ma soprattutto chi invece vorrebbe lavorare e studiare nella città di Pisa oggi trova una Il mercato degli affitti è insostenibile, parliamo di singole a 300, 400, 500 Euro, appartamenti che una famiglia neoformata non si può permettere e cerca fuori dalla città e soprattutto in un contesto in cui invece Pisa è una delle capitali degli sfratti d'Italia oggi, che tutto questo patrimonio immobiliare sia messo a disposizione del mercato turismo e invece non ci sia una gestione da parte dell'amministrazione che potrebbe destinare parte degli alloggi a allocazioni abitative, per l'emergenza abitativa e per l'irizia popolare, lo abbiamo scandaloso.
[00:01:31] Speaker B: Avete richiesto una commissione ad hoc con i dirigenti comunali per iniziare un percorso per la redazione di un regolamento comunale sugli affitti brevi. Potresti dirmi più su questo e sulle vostre richieste?
[00:01:42] Speaker A: In altre città ci sono esperimenti virtuosi, Spagna, Barcellona, Amsterdam, che potrebbero essere tranquillamente replicati in cui sostanzialmente si mettono limiti al numero di vocazioni brevi, affitti brevi che possono essere per esempio in un certo quartiere o addirittura per via, in questa maniera si cerca di mantenere saldo il rapporto tra abitanti reali e quelli che invece sono abitanti sattuari, questo per esempio ha molto effetto sugli esercizi commerciali di vicinanza, i piccoli alimentari o la piccola sattoria che chiaramente se hanno un'utenza residente sopravvivono, se invece hanno solo un'utenza che viene, che va al ristorante, che va nei grandi luoghi turistici e il quartiere non lo vive sostanzialmente scompaiono.
L'altro elemento molto importante è tenere, per fare questo il comune si deve dotare di strumenti di monitoraggio, di sentimento e a questo proposito giudichiamo in maniera positiva il sentimento con i codici nazionali che viene insedito, però spesso purtroppo non c'è un controllo se effettivamente le tasse di soggiorno corrispondenti vengono pagate.
[00:02:59] Speaker B: Il nostro collega Raffaele Palumbo ha pubblicato di recente un articolo sul Corriere Fiorentino dove riporta un dato abbastanza impressionante. Dice che Pisa non arriva a 90.000 abitanti mentre gli iscritti all'anno accademico delle università pisani sono ben 45.000. Come si vivono gli studenti questa situazione?
[00:03:19] Speaker A: Questo dato a Pisa non è nuovo, nel senso che il rapporto di 2 a 1 tra abitanti di Pisa e non c'è soltanto lo studente, ma c'è anche in questi 40 mila di indotto, di persone che sono venute a studiare a Pisa e decidono di poi fermarsi a lavorare qui e quindi lavorano magari precari all'università o al CNR e queste persone oggi sono letteralmente espulse dalla città perché questa città non sta più pensando ad includerli sia in termini di servizi sia in termini di soluzioni abitative, per cui se andiamo a fare un sondaggio tra studenti e lavoratori precari dell'Ateneo scopriamo che mentre prima chi viveva magari in provincia di Pisa o in provincia di Mitrofe dieci anni fa si sarebbe trasferito a vivere a Pisa, oggi fa il pendolare. Nella fascia un po' più grande chi cerca casa e in questa maniera la fatidica soglia dei centomila abitanti che i sindaci negli anni passati hanno sempre cercato non verrà mai raggiunta perché non c'è la possibilità materiale di accedere ad affitti che oggi sono stellari.